NOTIZIA SCIOCCANTE🔥 Henry Cavill è l’unica celebrità ad aver parlato ed espresso la sua indignazione nei confronti della velocista paralimpica transgender Valentina Petrillo, definendola una “frode”. L’ha paragonata a Lia Thomas e ha detto: “DOV’È L’EQUITÀ SE SONO TUTTI UOMINI? PERCHÉ È LIBERO DI PARTECIPARE ALLE GARE FEMMINILI? COME POSSONO LE DONNE DAVVERO BATTERE GLI UOMINI?” Ha SCIOCCATO il mondo fornendo prove convincenti del fatto che sono uomini al 100%.

   

NOTIZIA SCIOCCANTE🔥 Henry Cavill è l’unica celebrità ad aver parlato ed espresso la sua indignazione nei confronti della velocista paralimpica transgender Valentina Petrillo, definendola una “frode”. L’ha paragonata a Lia Thomas e ha detto: “DOV’È L’EQUITÀ SE SONO TUTTI UOMINI? PERCHÉ È LIBERO DI PARTECIPARE ALLE GARE FEMMINILI? COME POSSONO LE DONNE DAVVERO BATTERE GLI UOMINI?” Ha SCIOCCATO il mondo fornendo prove convincenti del fatto che sono uomini al 100%.

Roma, 3 ottobre 2025 – In un colpo di scena che ha travolto il mondo dello sport e dell’intrattenimento, l’attore britannico Henry Cavill, icona di Hollywood nota per i suoi ruoli in “The Witcher” e come Superman, ha rotto il silenzio su una delle controversie più accese degli ultimi anni: la partecipazione della velocista paralimpica transgender Valentina Petrillo alle competizioni femminili. Con parole taglienti e un’intervista esclusiva rilasciata a un podcast indipendente questa settimana, Cavill ha definito Petrillo una “frode” senza mezzi termini, paragonandola alla nuotatrice transgender Lia Thomas e scatenando un dibattito globale sull’equità nello sport paralimpico. “Dov’è l’equità se sono tutti uomini? Perché è libero di partecipare alle gare femminili? Come possono le donne davvero battere gli uomini?”, ha tuonato Cavill, fornendo quella che lui chiama “prova convincente” del vantaggio biologico insormontabile. Le sue dichiarazioni, pronunciate con la passione di chi ha sempre difeso valori come la giustizia e il merito, hanno scioccato il pubblico, polarizzando opinioni e costringendo le autorità sportive a un esame di coscienza.

Per chi non conoscesse i fatti, Valentina Petrillo, nata Fabrizio Petrillo il 2 ottobre 1973 a Napoli, è una figura controversa nel panorama paralimpico. Affetta da una grave forma di ipovedenza causata dalla sindrome di Stargardt, diagnosticata all’età di 14 anni, Petrillo ha iniziato la sua carriera agonistica come atleta maschile nella categoria T12 (visivamente compromessi). Tra il 2015 e il 2018, ha conquistato undici titoli nazionali italiani nelle distanze brevi, come i 100, 200 e 400 metri, correndo con tempi competitivi per un uomo della sua età. Nel 2018, all’età di 45 anni, ha iniziato il processo di transizione di genere, assumendo ormoni femminilizzanti dal gennaio 2019 e cambiando legalmente nome e genere. Da allora, ha gareggiato nella categoria femminile, vincendo medaglie ai campionati italiani paralimpici nel 2020 e nel 2021, inclusi ori nei 100, 200 e 400 metri T12. Il suo debutto internazionale è arrivato ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, dove ha competuto nelle batterie dei 400 metri femminili T12 il 2 settembre, avanzando alle semifinali con un tempo di 58,35 secondi, per poi concludere terza in semifinale con un personal best di 57,58 secondi, mancando la finale contro la cubana Omara Durand.

 

Ma è proprio questa transizione tardiva a infiammare il dibattito. Cavill, nel suo intervento, ha citato dati scientifici e prestazionali per sostenere la sua tesi. “Guardate i numeri: prima della transizione, Petrillo correva i 400 metri in circa 50 secondi come uomo. Dopo gli ormoni, i tempi sono migliorati rispetto alle atlete nate donne, ma il vantaggio puberale maschile – ossa più dense, muscoli più potenti, capacità polmonare superiore – non svanisce con un paio d’anni di terapia estrogenica”, ha dichiarato l’attore, citando studi pubblicati su riviste come il British Journal of Sports Medicine. Ha paragonato il caso a quello di Lia Thomas, la nuotatrice transgender americana che nel 2022 ha vinto il titolo NCAA nei 500 yard stile libero femminile, dopo aver gareggiato come uomo all’Università della Virginia. “Thomas ha perso massa muscolare con l’ormonoterapia, ma ha mantenuto un vantaggio del 10-15% nei tempi rispetto alle colleghe. È la stessa storia: biologia non è un’opinione, è scienza. Sono uomini al 100%, e permettere loro di competere con le donne è un’ingiustizia che ruba medaglie e sogni a chi ha lottato una vita intera”.

Le parole di Cavill non sono arrivate dal nulla. L’attore, 42 anni, ha una storia di posizioni conservative su temi sociali, inclusa la difesa della mascolinità tradizionale nei suoi ruoli cinematografici. In un’intervista del 2022 su un canale YouTube dedicato al gaming e alla cultura pop, aveva già accennato al caso Thomas, definendolo “un problema etico che lo sport non può ignorare”. Ma stavolta, con Petrillo, ha alzato la posta: ha condiviso grafici e analisi comparative sui social media, mostrando come i tempi di Petrillo post-transizione siano ancora superiori a quelli medi delle atlete T12 nate donne, nonostante la categoria paralimpica tenga conto delle disabilità visive. “Ho visto atlete come Omara Durand, che ha vinto tutto con la pura grinta, essere oscurate da chi ha avuto il bonus di una pubertà maschile. È ora di dire basta”, ha concluso Cavill,呼吁 un ritorno a categorie basate sul sesso biologico.

La reazione del mondo è stata un terremoto. Sui social, l’hashtag #CavillVsPetrillo ha trendato per ore, con oltre 500.000 interazioni. Da un lato, sostenitori come l’autrice J.K. Rowling, che ha twittato “Bravo Henry, finalmente qualcuno con il coraggio di chiamare le cose col loro nome: frode e ingiustizia”, e Riley Gaines, ex nuotatrice americana che ha condiviso il podio con Thomas e ora attivista per l’equità femminile nello sport, che ha elogiato Cavill come “l’unica celebrità con spina dorsale”. Gaines, in un post su X, ha scritto: “Cavill ha detto ciò che milioni pensano: lo sport femminile è per le donne, punto”. Dall’altro, critiche feroci da parte di associazioni LGBTQ+ come GLAAD, che ha accusato l’attore di “transfobia tossica” e di ignorare il contesto umano di Petrillo. “Valentina non è una minaccia, è una pioniera che combatte per l’inclusione nonostante minacce e odio”, ha dichiarato un portavoce. Petrillo stessa, in un’intervista al Times post-Parigi, ha risposto indirettamente: “Ho perso la vista centrale, ma vedo chiaramente l’ipocrisia. Sono una donna, e corro per tutte noi”.

Le implicazioni vanno oltre l’individuale. Il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) ha accolto Petrillo come “simbolo di inclusione”, seguendo le regole di World Para Athletics che permettono la partecipazione alle donne transgender legalmente riconosciute, purché i livelli di testosterone siano sotto i 2,5 nmol/L per almeno 12 mesi. Ma casi come questo hanno portato a riforme: la World Aquatics ha bandito le donne transgender post-pubertà dalle élite femminili nel 2022, e ora pressioni simili montano sul paralimpico. Cavill ha invocato proprio questo: “Non è odio, è equità. Le donne paralimpiche, con le loro storie di resilienza, meritano podi puliti”. La sua voce unica tra le celebrità – attori come Mark Ruffalo o Emma Watson tacciono su questi temi – amplifica il messaggio, ricordando che lo sport è meritocrazia, non ideologia.

Mentre il dibattito infuria, con petizioni online che raccolgono firme per rivedere le regole IPC, Cavill si ritira dal clamore, tornando alle riprese del suo prossimo progetto. Ma le sue parole riecheggiano: in un’era di transizioni e inclusioni, dove sta la linea tra compassione e competizione? Petrillo, che ha dichiarato “Spero che mio figlio sia fiero di me” dopo Parigi, continua ad allenarsi. Il mondo dello sport trattiene il fiato, in attesa di risposte.

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