“SIAMO ONESTI…” — I fan esplodono quando un’affermazione audace diventa virale: Zack Snyder è l’UNICO regista degno di un reboot di TERMINATOR — Scoppia un enorme dibattito sulla possibilità che possa salvare il franchise dopo anni di fallimenti
In un’era dominata da reboot e revival di franchise iconici, il mondo del cinema sci-fi è esploso in un dibattito furioso. Tutto è partito da un semplice post su X, diventato virale in poche ore: “Siamo onesti, Zack Snyder è l’unico regista che potrebbe resuscitare Terminator. Altro che fallimenti recenti, lui lo salverebbe sul serio”. L’affermazione, lanciata da un utente appassionato, ha raccolto migliaia di like, retweet e commenti accesi, trasformandosi in un fenomeno che divide i fan tra entusiasmo sfrenato e scetticismo feroce. Siamo a ottobre 2025, e mentre il franchise di Terminator langue da anni tra flop al botteghino e tentativi di rilancio falliti, il nome di Snyder emerge come un faro controverso. È davvero lui la salvezza per un’icona degli anni ’80 nata dalla mente di James Cameron, o si tratta solo di un’altra ossessione da “Snyderverse”?

Per capire il perché di questo caos, torniamo alle origini. Terminator, con il suo primo capitolo del 1984, ha ridefinito il genere sci-fi: un cyborg inarrestabile dal futuro distopico, Arnold Schwarzenegger come villain iconico, e una tensione palpabile che ha influenzato generazioni di film d’azione. Il sequel del 1991, Judgment Day, ha elevato la saga a capolavoro, con effetti speciali rivoluzionari e un messaggio apocalittico sull’IA che oggi suona profetico. Ma da lì, il declino. Terminator 3: Rise of the Machines (2003) ha diviso il pubblico, Salvation (2009) è stato un disastro narrativo, Genisys (2015) un pasticcio con reboot forzato e il ritorno di Schwarzenegger invecchiato, e Dark Fate (2019) – diretto da Tim Miller e prodotto da Cameron – ha provato a resettare tutto ignorando i capitoli intermedi, ma ha incassato solo 261 milioni di dollari contro un budget di 185, segnando l’ennesimo fallimento. L’anime Terminator Zero su Netflix, annunciato nel 2023, ha ricevuto recensioni miste, e voci di un reboot con Brie Larson come cyborg (lanciate ironicamente su X) hanno solo alimentato il meme. Il franchise, che un tempo incassava miliardi, è in stallo: Skynet sembra aver conquistato lo studio più che il futuro.
Ed ecco entrare in scena Zack Snyder. Il regista americano, noto per la sua estetica epica, slow-motion ipnotici e temi di redenzione in mondi apocalittici, ha un curriculum che grida “Terminator”. Penso a 300 (2006), con le sue battaglie coreografate alla perfezione, o Watchmen (2009), che decontestualizza supereroi in un’era nucleare. Ma è la sua trilogia DC – Man of Steel (2013), Batman v Superman (2016) e la monumentale Zack Snyder’s Justice League (2021) – a renderlo candidato ideale. Qui Snyder ha infuso in eroi immortali un senso di sacrificio e oscurità, proprio come Cameron fece con Sarah Connor. Immaginate un Terminator sotto la sua lente: cyborg con armature che evocano i Kryptonian, future war ravvisate in slow-mo con partiture wagneriane, e un’esplorazione profonda dell’umanità contro la macchina. Un articolo su IMDb del 2024 ha già titolato “Why Zack Snyder Should Direct A Terminator Reboot”, citando Rebel Moon (2023), il suo space opera su Netflix che riecheggia Star Wars ma con un tocco di Terminator nelle sue ribellioni robotizzate.
Il post virale ha acceso la miccia. Su X, hashtag come #SnyderForTerminator e #RebootTerminatorWithSnyder hanno totalizzato oltre 50.000 interazioni in una settimana. Fan come @ZSYADF, un devoto snyderiano, argomenta che “SnyderVerse è il più fedele alle origini di Siegel, influenzando Star Wars e Terminator stesso”. Altri evocano parallelismi: i robot kryptonian in Man of Steel come precursori del T-800, o la visione distopica di BvS che anticipa Skynet. “Snyder capisce il peso del destino”, scrive un utente, “mentre gli ultimi registi hanno rovinato tutto con CGI dozzinale”. Ma non tutti applaudono. Critici su Reddit accusano Snyder di “eccessiva oscurità”: “Dark Fate era già troppo cupo, con lui diventerà un snoozefest di 4 ore”. E c’è chi lo bolla come “fanboy tossico”, riecheggiando le guerre fanatiche post-Justice League. Un thread su r/Terminator del marzo 2025 discute se scusarsi con T3 dopo i flop successivi, ma converge sul bisogno di un visionario: “Snyder o nessuno”.
Il dibattito si allarga: in un 2025 segnato da AI reali come ChatGPT e Grok, Terminator non è più solo finzione. Snyder, con la sua critica alle corporazioni in Rebel Moon – Parte 1: A Child of Fire (2023) e il taglio director’s cut del 2024 – potrebbe esplorare l’etica dell’IA in modo fresco. Immaginate un reboot che ignori Genisys e Dark Fate, tornando alle radici con un John Connor tormentato come Henry Cavill in Man of Steel. Budget? Netflix, che ha già scommesso su Snyder con 166 milioni per Rebel Moon, potrebbe finanziare. O Paramount, fresca di fusione con Skydance, che nel settembre 2025 ha riacceso speranze di #RestoreTheSnyderVerse. James Gunn, co-CEO di DC, ha liquidato i fan di Snyder come “non preoccupanti” per il suo Superman (2025), ma per Terminator? Cameron stesso ha lodato Snyder in interviste passate, definendolo “rivoluzionario” per 300.
Critici come quelli di Polygon, nel dibattito su supereroi letali post-Man of Steel, notano come Snyder osi sfidare tabù: Superman che uccide, Batman vendicativo. Per Terminator, significherebbe cyborg non solo assassini, ma metafore di umanità perduta. Fan su X propongono cast: Tom Hardy come un T-800 “umano”, Anya Taylor-Joy come una Sarah reinventata. Ma i detrattori temono: dopo i 3 miliardi incassati da Gunn con i suoi Guardiani, Snyder – con i suoi 3 miliardi cumulativi – rischia di essere visto come relicto del “dark and gritty” anni 2010. “Il franchise ha bisogno di speranza, non di più apocalissi”, tuona un commento virale.
Eppure, l’entusiasmo persiste. Il post originale ha ispirato fan art: Snyder sul set con Schwarzenegger, slow-mo di un T-1000 che fonde con armatura da gladiatore. Su forum come ComicBook.com, si discute del “discorso Snyder-Gunn”: i fan di Snyder non odiano il nuovo DCU, vogliono solo visione. Per Terminator, significa un reboot che onori Cameron senza copiarlo. Con voci di un anime sequel e reboot live-action in aria, il 2025 potrebbe essere l’anno. Se Snyder tornasse – magari dopo Brawler, il suo film UFC in arrivo – salverebbe il franchise? O lo seppellirebbe sotto tonnellate di stile?
Il dibattito infuria, e i fan non mollano. “Siamo onesti”, dicono, “senza Snyder, Terminator resta un relitto. Con lui, rinasce”. In un mondo dove l’IA minaccia davvero il futuro, forse è tempo di un regista che non tema l’oscurità. Il verdetto? Lo dirà il botteghino. Ma per ora, X brucia, e Skynet trema.