“O IO O LUI” Lando Norris lancia un feroce ultimatum alla McLaren: “Se le critiche continuano, me ne andrò, per sempre”. Il CEO Zak Brown risponde subito con 10 parole, costringendo la federazione a prendere una decisione drammatica.

   

In una drammatica svolta degli eventi che hanno scosso il mondo della Formula 1, il pilota britannico della McLaren Lando Norris ha compiuto un passo senza precedenti lanciando un ultimatum inequivocabile alla sua squadra durante una tesa conferenza stampa ad Austin, in Texas, il 13 ottobre 2025. A soli 26 anni, Norris, attualmente in testa al Campionato Mondiale Piloti con 31 punti di vantaggio sul compagno di squadra Oscar Piastri, ha dichiarato con fermezza: “O io o lui. Se le critiche continuano, me ne andrò definitivamente”.

Queste parole, pronunciate all’indomani di un Gran Premio degli Stati Uniti segnato dall’ennesima polemica interna alla McLaren, hanno fatto precipitare la scuderia di Woking in una crisi esistenziale. L’ultimatum prende di mira direttamente le crescenti tensioni con Piastri, esacerbate da un incidente di gara a Singapore due settimane prima, dove Norris si scontrò con il suo compagno di squadra alla prima curva, danneggiando l’ala anteriore della sua MCL39 e costandogli una potenziale vittoria.

L’incidente di Singapore non è stato un semplice incidente. Norris, tentando un audace sorpasso interno alla curva 3, ha toccato la ruota posteriore destra di Piastri, facendo girare leggermente l’australiano. Alla radio della squadra, Piastri visibilmente furioso ha gridato: “È così che facciamo le cose alla McLaren? Ci spingiamo a vicenda come dilettanti?” Il team la definì “corsa dura”, ma gli steward della FIA non indagarono oltre, lasciando la patata bollente alla McLaren.

Zak Brown, il carismatico amministratore delegato della squadra, ha difeso pubblicamente Norris, dicendo: “Lasciamo che i nostri piloti combattano. Questa è una corsa pulita”. Eppure, in privato, rivelano fonti del team, Piastri ha preteso scuse formali e una revisione delle “regole papaya”, le linee guida interne che vietano qualsiasi contatto tra i due piloti per preservare l’armonia.

Norris, che ha vinto tre delle ultime quattro gare prima di Austin, non ha accettato le critiche interne e dei media. “Sono stanco di essere il capro espiatorio”, ha detto ai giornalisti. “A Monza ho ceduto il posto a Oscar per rispettare lo spirito di squadra, e cosa ho ottenuto in cambio? Dubbi sulla mia lealtà. Se la McLaren non mi supporta pienamente non ho motivo di restare. Ho offerte da Red Bull e Ferrari sul tavolo”. Queste voci di trasferimento non sono nuove.

 Lo scorso marzo, al lancio della stagione a Melbourne, Brown aveva già dovuto smentire gli approcci della Red Bull per Norris, affermando: “Non c’è alcuna clausola di uscita nel suo contratto. Lando è una famiglia”. » Ma l’ultimatum di questo fine settimana cambia le carte in tavola, costringendo la McLaren a scegliere tra il suo leader carismatico e il prodigio australiano, che guida il campionato costruttori della squadra con un comodo vantaggio di 120 punti sulla Ferrari.

La risposta di Zak Brown è stata rapida. Meno di un’ora dopo le dichiarazioni di Norris, l’amministratore delegato americano ha postato su X (ex Twitter) un messaggio laconico in dieci parole esatte: “Lando resta. Le regole della papaya si applicano a tutti, nessuno escluso”. Questo tweet, visto da milioni di follower, ha immediatamente infiammato i social media. #LandoOuPiastri è diventato l’hashtag più trendy in tutto il mondo, con i fan divisi tra coloro che acclamano Norris come il futuro campione e coloro che accusano la McLaren di favoritismi.

Brown, noto per la sua schiettezza e i tatuaggi che onorano le vittorie della squadra, ha quindi convocato un incontro di emergenza con Andrea Stella, il caposquadra, e i due piloti. Secondo indiscrezioni diffuse da Sky Sports F1, la discussione sarebbe stata accesa: Piastri avrebbe minacciato di sporgere denuncia alla FIA per “pregiudizi interni”, sostenendo che le strategie di gara a Monza e Singapore favorivano sistematicamente Norris.

Ciò che rende questo caso ancora più esplosivo è il suo potenziale impatto sulla stagione. La McLaren, dopo aver vinto il titolo costruttori per il secondo anno consecutivo a Singapore, punta ora a una storica doppietta con il campionato piloti. Piastri, 24 anni, è visto come il naturale successore di Alonso, ma Norris, con il suo carisma e sponsor come Quadrant (di cui Brown è stato direttore fino a luglio), rappresenta il volto commerciabile della squadra.

 Esperti come il commentatore di Sky Martin Brundle credono che l’ultimatum di Norris sia una “bomba a orologeria”. “È teatro, ma teatro pericoloso. Se la FIA intervenisse potremmo vedere sanzioni per il mancato rispetto delle direttive dei team, come nel 2007 con McLaren e Spygate”.

La reazione della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) è stata rapida. Lunedì mattina, il presidente Mohammed Ben Sulayem ha ordinato un’indagine preliminare sulle “tensioni interne alla McLaren”. Questa drammatica decisione, annunciata in una conferenza a Parigi, impone alla squadra di presentare le comunicazioni radio e le strategie per le ultime cinque gare entro il 20 ottobre. “La Formula 1 è uno sport di squadra, non un circo individuale”, ha dichiarato Ben Sulayem.

“Non tollereremo rivalità interne che compromettano l’integrità della competizione”. Gli osservatori ipotizzano che ciò potrebbe portare ad una multa record o, peggio, ad una squalifica parziale di punti per entrambi i piloti, riaprendo le ferite della vicenda Honda-McLaren del 2007.

Le reazioni non sono mancate. Lewis Hamilton, ora alla Ferrari, ha twittato: “Supporta Lando. La lealtà va in entrambe le direzioni”. Max Verstappen, rivale di lunga data di Norris alla Red Bull, ha scherzato: “Benvenuti nel club degli ultimatum. Risolviamo le cose in pista”. Oscar Piastri, discreto come al solito, si è accontentato di un post su Instagram: “Concentratevi su Austin. Il resto è solo rumore”.

Ma dietro le quinte, il suo entourage sussurra che sta valutando un passaggio alla Mercedes nel 2027 se la situazione non si calma. Zak Brown, dal canto suo, ha lanciato ripetuti appelli all’unità durante un’intervista a BBC Sport: “Abbiamo due talenti eccezionali. Lando e Oscar hanno un profondo rispetto l’uno per l’altro. Questo ultimatum è una reazione istintiva; lo supereremo insieme”.

Questa crisi sta rivelando le crepe di una squadra al vertice. La McLaren, acquistata all’ultimo minuto dal padre di Norris nel 2020 per evitare la bancarotta, è rimbalzata in modo spettacolare nell’era ibrida. Eppure le “regole della papaya” – quei principi di fair play stabiliti da Stella – stanno crollando sotto la pressione del titolo. Analisti come l’ex manager Peter Windsor sottolineano il “piano imperfetto” di Brown: favorire Norris per ragioni di marketing fingendo di essere uguale. “È un castello di carte. Se Norris se ne va, la McLaren perde il suo fiore all’occhiello; se Piastri esplode, è guerra civile”.

 

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