Un fulmine a ciel sereno scuote il mondo del ciclismo: a pochi minuti dalla conclusione dei Campionati del Mondo UCI 2025, Remco Evenepoel ha reso pubbliche delle presunte prove che accuserebbero Tadej Pogačar di aver fatto uso di sostanze dopanti prima della gara. L’accusa ha immediatamente spinto la direzione dell’UCI ad annunciare l’apertura di un’inchiesta ufficiale.
Le accuse di Evenepoel
Secondo le dichiarazioni fornite da Evenepoel nel comunicato diramato poco dopo i Mondiali, le prove includerebbero test biologici sospetti, documentazioni mediche e tracce incompatibili con un profilo naturale, raccolte nelle settimane antecedenti la competizione. L’atleta belga afferma che tali elementi confermerebbero un uso illecito volto a migliorare prestazioni in salita e nella resistenza anaerobica.

Evenepoel ha inoltre spiegato che non ha rivelato prima queste prove per non compromettere il regolare svolgimento della gara e per non danneggiare la credibilità del World Tour, ma solo ora – forte del successo conseguito – si sente nella posizione di denunciare il presunto illecito.
La reazione dell’UCI
Subito dopo l’annuncio, l’Unione Ciclistica Internazionale ha diffuso una nota ufficiale: l’accusa è grave e richiede un’istruttoria rapida e trasparente. L’UCI assicura che sarà attivato il protocollo anti-doping, coinvolgendo la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) e i laboratori accreditati, per verificare la fondatezza delle prove presentate. È già confermato che verranno analizzati campioni biologici prelevati nei giorni precedenti e successivi alla gara, se disponibili.

Il presidente dell’UCI, in una dichiarazione resa nota in mattinata, ha sottolineato l’importanza di salvaguardare l’integrità dello sport: “Ogni accusa di doping deve essere trattata con la massima serietà. Se le prove sono fondate, le conseguenze saranno pesanti”.
Le posizioni di Pogačar e del suo team
Al momento, Pogačar non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta alle accuse. Il suo entourage ha comunicato che fornirà una replica formale attraverso un avvocato sportivo non appena avrà valutato gli elementi avanzati da Evenepoel.
È probabile che l’atleta sloveno chieda la conservazione dei campioni del suo sangue e urine raccolti nei giorni delle prove per un’analisi difensiva, come da normativa WADA. Inoltre, il team potrebbe sollevare questioni procedurali sull’origine e la validità delle prove presentate da Evenepoel.

Impatti e scenari futuri
Se le accuse dovessero essere confermate, le conseguenze per Pogačar sarebbero drammatiche: perdita del titolo mondiale, sospensione, revoca di risultati e, probabilmente, danni irreparabili alla reputazione. D’altro canto, se l’inchiesta smonterà le prove presentate, Evenepoel rischia di essere accusato di diffamazione o di esporsi a sanzioni dall’UCI.
Nel frattempo, il mondo del ciclismo osserva con attenzione. Le reazioni sui social media sono intense: da una parte, sostenitori di Evenepoel esultano per il coraggio dell’accusa; dall’altra, fan di Pogačar difendono la storia pulita dell’atleta sloveno.
In attesa dell’esito dell’inchiesta, una cosa è chiara: questo episodio segnerà una svolta nella lotta al doping nel ciclismo moderno. L’equilibrio tra trasparenza, giustizia sportiva e protezione degli atleti sarà messo a dura prova.