Catastrofe totale per il motociclismo italiano! Gli spagnoli hanno ufficialmente trasformato il Misano World Circuit Marco Simoncelli in un vero e proprio cimitero per gli italiani, seppellendo senza pietà le speranze azzurre sotto il dominio assoluto di Marc Márquez. L’otto volte campione del mondo, a bordo della sua Ducati Lenovo, ha calpestato il cuore del San Marino GP con una vittoria schiacciante che ha lasciato i piloti tricolori a leccarsi le ferite, mentre persino il presidente della FIM, Jorge Viegas, non ha potuto fare a meno di inchinarsi al genio catalano con congratulazioni personali. “Marc, hai ridefinito la storia”, ha twittato Viegas, un’umiliazione pubblica per gli italiani che brucia come un motore grippato.

Immaginate la scena: pista bagnata, curve insidiose, e Márquez che danza come un torero impazzito, resistendo alla pressione furiosa di Marco Bezzecchi (Aprilia) per centrare l’undicesima vittoria stagionale. Un exploit che porta i suoi punti a 512 – un record assoluto in MotoGP! – e lo proietta verso il settimo titolo mondiale, con la prima chance matematica già in Giappone. Bezzecchi, eroe di casa, ha lottato con le unghie e con i denti per la pole, la Sprint e un secondo posto da urlo, ma ha dovuto inchinarsi: “È stata la mia gara migliore, ma Marc è un mostro”, ha ammesso, con gli occhi lucidi di chi sa di aver perso una battaglia epica. E Francesco Bagnaia? Il campione in carica, idolo di Misano, è crollato all’ottavo posto in griglia – il peggiore di sempre qui – per poi scivolare al decimo giro, finendo nella ghiaia come un dilettante. Un disastro che costa caro in classifica, mentre il fratello di Marc, Álex, rosicchia punti da terzo posto.

Ma il vero shock è il massacro collettivo: gli italiani, padroni di casa in una pista battezzata con il nome del compianto Marco Simoncelli, sono stati annientati. Fabio Di Giannantonio e Franco Morbidelli (VR46) si accontentano di quarto e quinto, Fermín Aldeguer sesto da rookie, ma è un contentino amaro. Dove sono le glorie passate? Bagnaia e Bezzecchi, i leoni del Bel Paese, ridotti a comparse in un film spagnolo. Márquez non si è limitato a vincere: ha celebrato unzippando la tuta rossa sul podio, agitando come un mantello da matador, un gesto che sa di provocazione taurina contro i tori italiani. “Ho dato tutto, ma lui è in un altro pianeta”, ha confessato Bezzecchi, eco di un lamento nazionale.

Questo GP di San Marino non è solo una sconfitta: è un’apocalisse per il MotoGP tricolore. Gli spagnoli, con Márquez al comando, hanno invaso il territorio sacro, trasformando Misano in un camposanto dove i sogni italiani vanno a morire. La FIM, con Viegas che applaude il carnefice, sembra complice di questa umiliazione. E ora? Bagnaia deve rialzarsi dalle ceneri, Bezzecchi sognare rivincite, ma il fantasma di Márquez aleggia minaccioso verso le flyaway asiatiche. Per gli italiani, è l’ora della resa dei conti: quanto durerà questo incubo iberico? Una cosa è certa: a Misano, oggi, gli spagnoli hanno sepolto non solo una gara, ma l’orgoglio di una nazione intera.
Fan in delirio sui social: #MarquezMatador trend mondiale, mentre #MisanoCimitero diventa l’hashtag dell’umiliazione italiana. Márquez, 32 anni e un palmarès da leggenda, non si ferma: dopo Aragon e Phillip Island, Misano è l’ennesimo trofeo. Per gli italiani, resta solo la polvere della pista – e una domanda: chi fermerà questo dominatore?