Roma, 30 settembre 2025 — Una frase breve, quasi urlata con la passione di chi sente di avere il peso di un intero movimento sulle spalle: “È ora che gli atleti vengano rispettati davvero”. Con queste parole, Jannik Sinner ha aperto una delle più clamorose polemiche degli ultimi anni nel mondo del tennis.

Il campione altoatesino, oggi simbolo indiscusso dello sport italiano e tra i protagonisti assoluti del circuito ATP, ha chiesto ufficialmente alla Federazione Internazionale di Tennis (ITF) una revisione delle regole di compartecipazione alle entrate. Secondo Sinner, l’attuale quota destinata ai giocatori, fissata intorno al 16%, è “inaccettabile” rispetto al valore che gli atleti generano. La sua richiesta è chiara: portare la percentuale al 22% entro il 2030, accompagnata da una serie di benefici aggiuntivi per migliorare le condizioni di chi compete ai massimi livelli.
Non si tratta solo di denaro, come ha sottolineato lui stesso in conferenza stampa. Sinner ha parlato di “un sistema che deve evolversi”, citando l’esigenza di maggiori garanzie sanitarie, trasparenza sui contratti con gli sponsor, e un supporto più concreto ai giovani talenti che cercano di emergere. “Se queste regole non cambiano, sono pronto anche a ritirarmi dal tennis professionistico”, ha avvertito, lasciando la sala stampa attonita.
La dichiarazione è rimbalzata in pochi minuti sui social network e sulle prime pagine dei principali quotidiani sportivi. Hashtag come #RespectForPlayers e #SinnerRevolution hanno subito invaso le tendenze mondiali. Ma la vera scossa è arrivata quando altri grandi campioni hanno preso posizione.

Tra i primi a esprimere sostegno c’è stato Novak Djokovic, che ha ricordato come negli anni i giocatori abbiano più volte chiesto senza successo una ridistribuzione più equa delle risorse generate da tornei milionari. “Sinner ha detto quello che molti di noi pensano da tempo. È il momento di agire, non possiamo più aspettare”, ha dichiarato il fuoriclasse serbo. Anche altri tennisti di spicco, sia del circuito maschile che femminile, hanno fatto sentire la loro voce in linea con le parole dell’azzurro.
La reazione dell’ITF non si è fatta attendere. Il presidente della federazione ha parlato di “proposta coraggiosa” e ha confermato che il tema sarà discusso al prossimo consiglio esecutivo. Pur evitando di promettere cambiamenti immediati, ha ammesso che “i giocatori sono il cuore pulsante del tennis” e che le istituzioni devono ascoltare con maggiore attenzione le loro istanze.

Intanto, i media internazionali si sono scatenati. Alcuni analisti hanno definito la mossa di Sinner un vero e proprio “manifesto politico dello sport moderno”, mentre altri temono che una rottura tra i giocatori e la federazione possa generare conseguenze imprevedibili per il calendario e per gli sponsor.
Quel che è certo è che Jannik Sinner, con la sua solita calma ma con una determinazione insolita, ha acceso un dibattito che va ben oltre i confini del campo da gioco. La sua battaglia non riguarda solo i top player, ma l’intero ecosistema del tennis, dalle promesse emergenti fino ai veterani che lottano nelle qualificazioni.
Se l’ITF cederà o meno alle pressioni sarà da vedere. Ma una cosa è chiara: da oggi, il tennis non sarà più lo stesso.