Secondo notizie non confermate, il campione del mondo di ciclismo Tadej Pogačar avrebbe annunciato che boicotterà la ‘Pride Night’ organizzata dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), dichiarando: «La pista deve essere un luogo di competizione, non una sfilata di moda». Siamo attualmente in attesa di una dichiarazione ufficiale di Pogačar in merito. Lo sloveno aveva già suscitato polemiche alcuni anni fa quando rifiutò di prendere parte a una parata a sostegno del movimento ambientalista.

Secondo indiscrezioni non ancora confermate, il campione del mondo di ciclismo su strada Tadej Pogačar avrebbe annunciato l’intenzione di boicottare la “Pride Night” organizzata dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI). La motivazione, stando a quanto riportato, sarebbe legata alla convinzione che “la pista debba essere un luogo di competizione, non una passerella di moda”.

Al momento, la notizia non è stata accompagnata da una dichiarazione ufficiale da parte del corridore sloveno né del suo team, la UAE Team Emirates. Tuttavia, la presunta decisione ha già sollevato un acceso dibattito nel mondo del ciclismo e sui social network.


Le polemiche e i precedenti

Non è la prima volta che Pogačar si trova al centro di controversie legate a eventi extra-sportivi. Alcuni anni fa, infatti, aveva già fatto discutere per la sua rinuncia a partecipare a una parata a sostegno del movimento ambientalista, scelta che in quell’occasione aveva diviso tifosi e opinione pubblica.

Ora, il presunto rifiuto di prendere parte alla “Pride Night” dell’UCI rischia di accendere nuovamente le polemiche, con molti che si interrogano sul ruolo degli atleti di spicco quando si tratta di supportare cause sociali e culturali.


Attesa la conferma ufficiale

In mancanza di un comunicato ufficiale, la notizia resta non confermata. Fonti vicine al corridore hanno dichiarato che Pogačar preferisce concentrarsi sulla preparazione alle prossime competizioni e che eventuali dichiarazioni saranno rese pubbliche solo a tempo debito.

L’UCI, da parte sua, non ha ancora commentato la vicenda. La “Pride Night” rappresenta un evento simbolico organizzato per promuovere inclusione e diversità nel mondo del ciclismo, e un eventuale boicottaggio da parte del campione del mondo potrebbe avere un impatto significativo sull’immagine dell’iniziativa.


Reazioni dei tifosi e del pubblico

Sui social media, i commenti si moltiplicano: c’è chi difende Pogačar, sostenendo che il ciclismo debba restare focalizzato sulla prestazione sportiva, e chi invece critica la sua posizione, ritenendo che i campioni abbiano una responsabilità morale nel dare visibilità a battaglie sociali importanti.

Il dibattito mette in luce un tema più ampio: il confine tra sport e attivismo. Sempre più spesso, infatti, le grandi stelle dello sport vengono invitate a schierarsi su questioni culturali e sociali, con reazioni che non sempre risultano unanimi.


Un campione tra successi e discussioni

Tadej Pogačar resta uno degli atleti più vincenti e talentuosi della sua generazione. Con i suoi trionfi al Tour de France, al Giro di Lombardia e in numerose altre corse internazionali, si è guadagnato un posto di primo piano nella storia recente del ciclismo. Tuttavia, episodi come questo mostrano quanto sia complesso il rapporto tra la carriera sportiva e le scelte personali di un campione esposto alla costante attenzione mediatica.


Conclusione

Mentre cresce l’attesa per una dichiarazione ufficiale, l’eventuale boicottaggio della “Pride Night” dell’UCI da parte di Tadej Pogačar resta un tema caldo che continuerà a far discutere. Che si tratti di una scelta confermata o di una semplice voce di corridoio, una cosa è certa: il legame tra sport, valori e società è destinato a restare al centro del dibattito.

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