In un’intervista rilasciata pochi giorni fa, l’ex ciclista professionista Tejay Van Garderen ha acceso un dibattito infuocato tra gli appassionati di ciclismo, commentando la sfida tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogačar. Con voce tremante, Van Garderen ha dichiarato: “Penso che Vingegaard sia un corridore incredibile, ma quando erano entrambi in piena forma, Pogacar lo ha letteralmente distrutto”.

Le parole di Van Garderen hanno immediatamente diviso i fan sui social network, scatenando una vera e propria guerra tra due fazioni: da un lato i sostenitori del “nuovo re” sloveno, dall’altro i tifosi di Vingegaard, pronti a rivendicare l’onore del danese e a richiamare vecchi scandali legati al doping. L’ex ciclista americano ha sottolineato come, nonostante le qualità straordinarie di Vingegaard, Pogačar rimanga oggi il corridore più completo e temuto nelle grandi corse a tappe.
Van Garderen ha spiegato che la superiorità di Pogačar non riguarda solo la resistenza e la potenza in salita, ma anche la strategia e la capacità di leggere le gare. “Quando Pogačar è al massimo della forma, è praticamente imbattibile. Jonas ha grandi qualità, ma il talento di Pogačar lo porta a dominare in modo impressionante”, ha aggiunto, lasciando intendere che il Tour de France 2026 potrebbe vedere nuovamente il corridore sloveno come protagonista assoluto.

Il dibattito tra i fan non si limita alle prestazioni sportive: la storia recente del ciclismo ha alimentato tensioni legate ai vecchi scandali di doping, e alcuni tifosi di Vingegaard hanno utilizzato questo argomento per criticare il dominio di Pogačar, mentre i sostenitori del fenomeno sloveno hanno ribadito la legittimità delle sue vittorie. Questa divisione ha trasformato i social in un vero e proprio “campo di battaglia” digitale, con commenti appassionati e confronti accesi sulle abilità dei due corridori.
Gli esperti ricordano che sia Vingegaard che Pogačar rappresentano l’eccellenza del ciclismo moderno, con una combinazione di tecnica, preparazione fisica e supporto tecnologico avanzato. Tuttavia, Van Garderen evidenzia come la differenza mentale e la capacità di gestire momenti critici in gara facciano spesso pendere la bilancia a favore di Pogačar.

In conclusione, le dichiarazioni di Van Garderen non solo confermano la grandezza di Pogačar, ma riaprono un dibattito acceso sul confronto tra generazioni di corridori e sul futuro del Tour de France. I fan dovranno attendere le prossime gare per vedere se Vingegaard riuscirà a sfidare il dominio dello sloveno o se Pogačar continuerà a consolidare il suo ruolo di “re indiscusso” del ciclismo contemporaneo.